Nel mio mondo ideale la Democrazia non esiste.

La politica è un argomento sul quale non mi sono esposta. Per dirla tutta, io non ho neanche mai votato e mai me ne vergognerò. La libertà di scelta è tale quando si ha - tra le altre opzioni - la possibilità di non scegliere e io, in quanto cittadina, ho scelto di non scegliere. La mia presa di posizione che potrebbe essere considerata drastica e - sicuramente - non etica, è la risposta ad una credenza invero in me ben radicata: io non credo nella democrazia.

La democrazia ha fallito e non ha fallito oggi, ha fallito da sempre, come gli stessi Platone e Aristotele avevano prospettato. Stiamo parlato di un sistema di governo obsoleto che, per lo meno in Italia, si basa su un concetto di "partito", "destra", "sinistra", altrettanto obsoleto.

La democrazia è un sistema di governo vecchio, che ha oramai migliaia di anni e che non può più in alcun modo rispondere alle esigenze del mondo contemporaneo, in continua evoluzione e mutamento. Non solo, la democrazia oramai è un sistema fallimentare poiché il crollo del livello di istruzione e in genere del livello culturale della cittadinanza l'ha resa più simile a quella che Polibio definiva Oclocrazia: un governo della massa fatto di ignoranti che accorrono a rimpinguare le fila del primo imbonitore governati dal solo istinto e dall'emotività.

Vi suona familiare? Come può funzionare la Democrazia in un paese nel quale basta lanciare qualche slogan sensazionalistico, magari facendo perno sulle paure e le insicurezze dei cittadini, per assicurarsi la maggioranza alle elezioni?

Appurato che la Democrazia non ha più ragion d'essere, ho cominciato a ragionare negli anni su quale possa essere una risposta valida, un cambiamento effettivo ed efficace, un mutamento che portasse la politica ad evolvere. Ovviamente, non essendo io un politico, l'idea da me elaborata è in continuo divenire, sicuramente non perfetta e necessaria di rifiniture. Ma sono altrettanto matura da comprendere che la mia stessa visione è soggetta ad evoluzione nel tempo ergo, è un'idea che muterà nei prossimi anni, ne sono sicura.

Per ora l'ipotesi di governo che ritengo più efficace e plausibile è la Tecnocrazia Meritocratica. Perché questo nome?

Tecnocrazia, poiché un governo dovrebbe essere costituito da persone che sono in possesso delle competenze tecniche per ricoprire il loro ruolo. No, non è tollerabile un Ministro dell'Istruzione sprovvisto di laurea come di qualsiasi esperienza nell'insegnamento. Quindi, il governo dovrebbe essere costituito da persone competenti nel campo del quale si andrebbero ad occupare ergo, persone che hanno passato una selezione.

Come? Molto semplicemente attraverso dei concorsi pubblici. Concorsi pubblici rigorosi e certosini che hanno lo scopo di selezionare la persona più idonea a ricoprire una specifica carica, nella stessa maniera in cui si assumono dipendenti statali tramite i concorsi pubblici. Dopotutto, non sono forse i politici da considerarsi alla stregua di dipendenti statali? Questo ci porta a capire come mai sia Meritocratica, questa Tecnocrazia.

Ovviamente, un sistema simile abolirebbe necessariamente le libere elezioni: un elettorato non-tecnico non potrebbe mai eleggere un governo tecnico. Sarebbe come comporre la giuria di Cannes di persone che non hanno mai visto un film in vita loro.

Ma visto che il suffragio universale ha condotto una massa di analfabeti funzionali a scegliere i propri leader sulla base di  slogan e becere strategie di marketing di basso livello, onestamente delle libere elezioni ne farei volentieri a meno: non arricchiscono la realtà politica del paese e finiscono solo per essere garanzia di successo per la pochezza, la grettezza e l'ottusità.

In sostanza, ciò di cui sto parlando, è la possibilità di avere un governo formato in base al merito nel quale sì, avete letto bene, la popolazione non abbia voce in capitolo. Dove ogni cittadino può cimentarsi nel tentativo di raggiungere una posizione di governo ma per farlo, ha bisogno di sviluppare competenze e conoscenze di alto livello.

Il problema è che un'ipotesi di governo simile richiede un organo adibito alla stesura, attuazione e valutazione dei concorsi per le varie cariche. Il che ci riporta al vecchio ma intramontabile fantasma del nepotismo, della corruzione, dei concorsi truccati. Questo è il punto in cui la mia ipotesi si infrange davanti alla realtà, una realtà dove la disonestà dilaga e impera. Per questo considero la mia visione come suscettibile di futuri mutamenti: questo è un nodo che ad oggi, non sono riuscita a districare.


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