La storia si ripete e questa volta gli eroi non siamo noi.


Avevo deciso di prendermi una pausa ma mi sono vista costretta a tornare. Non ho potuto esimermi dal farlo in quanto essere umano. Semplicemente questo. Mi ero ripromessa che mi sarei tenuta lontana da argomenti politici e di attualità in questo blog, che avrei parlato solo di letteratura e null'altro. Poi mi sono accorta che non posso farlo, non più.


Oskar Schindler infranse la legge ripetutamente. Lo fece per salvare la vita di 1.100 persone e, nonostante all'epoca le sue azioni lo avrebbero fatto riconoscere come un “nemico della patria”, nel 1965 venne insignito dallo stato tedesco della Croce al Merito di I Classe.

Giorgio Perlasca falsificò documenti, mentì e dichiarò il falso per perpetrare atti al tempo considerati criminosi, atti che salvarono la vita a più di 8.000 persone.

Non sono gli unici, ce ne sono stati molti. Criminali, nemici della patria, traditori dei valori del loro popolo che oggi riconosciamo come eroi, come esempi.

A loro abbiamo intitolato strade, piazze, scuole e associazioni, a loro guardiamo per ritrovare quella scintilla di speranza in quella che è stata un'epoca buia della nostra storia. Attorno alla loro umanità ci stringiamo per sentirci più umani, in un tempo in cui l'umanità sembrava cancellata dalla quotidianità di molte, troppe persone.

Quegli uomini hanno infranto la legge per salvare delle vite.

Oggi la storia si sta ripetendo. Non simile, non quasi uguale. Esattamente identica.

Il 29 giugno 2019 Carola Rakete è stata arrestata per aver infranto la legge. Una legge che le avrebbe impedito di salvare delle vite. Mia figlia ha pianto nell'apprendere dell'arresto: ho dovuto consolare una bambina di nove anni che mi chiedeva tra le lacrime come mai stavano arrestando qualcuno che voleva solo salvare delle persone. Non ci sono riuscita a consolarla, l'unica cosa che sono riuscita a fare è piangere anch'io con lei. L'unica spiegazione che sono riuscita a darle è che sì, il fascismo è tornato.

Molti di quelli che si sono schierati dalla parte della legalità in questa storia – se non tutti, poiché altrimenti non mi capacito di come possano schierarsi a favore di questa legalità – non si sono mai degnati di informarsi. Cosa succede quando rimandiamo indietro i migranti che arrivano dalla Libia? Dove finiscono? Vi rispondo io: finiscono nei campi di concentramento. Poiché è questo che sono, sarebbe patetico se non addirittura deplorevole chiamarli in altro modo. Sono campi di concentramento. I prigionieri lì vengono detenuti, torturati e uccisi ogni giorno perciò non esiste un altro termine per chiamarli se non questo.

Nel momento in cui noi “li rispediamo a casa loro”, li mandiamo a morire nei lager.

E no, questa volta non abbiamo la scusa del “non ne sapevamo nulla”, di testimonianze in merito ne abbiamo eccome.
E no, il fatto che i campi di sterminio in cui li spediamo non siano sul territorio nazionale non è affatto una scusante, non ci giustifica in alcun modo.

Ancora una volta, nella storia europea, la legge manda a morire persone, la legge – sì, anche quella italiana – si rende complice dello sterminio di innocenti. Ancora una volta quelli che infrangono questa legge abominevole vengono definiti “nemici della patria”, “traditori dei valori fondanti della nazione”, “criminali”.

La verità è che abbiamo disperatamente bisogno di questi “criminali” e oggi, nel ventunesimo secolo, abbiamo i mezzi per riconoscerli per ciò che realmente sono: eroi.

Accamparsi dietro a scuse quali:

° ha speronato un'imbarcazione della guardia di finanza (no, non è vero, non l'ha fatto. Visto che siete così bravi ad utilizzare internet, andatevi a cercare la definizione di “speronamento”. Non è ciò che è avvenuto)

° aveva altri porti sicuri ai quali attraccare (no, non è vero, non aveva alternative. Anche qui, se siete così bravi ad utilizzare internet, andatevi a cercare gli articoli nei quali viene raccontato come ha provato a cercare il permesso di attracco in altri porti, negato sistematicamente da tutti)

° lucra sulla vita dei migranti (no, non è vero, quello lo fa il governo non lo fanno le ONG. O meglio, il governo ci lucra sotto forma di propaganda, la stessa propagando con cui vi ha convinto che le ONG lucrino sula pelle dei migranti: il semplice fatto che ci crediate, implica che il plagio delle vostre menti è andato a buon fine e voi siete solo dei boccaloni)

Il fatto, quello reale, quello assegnato alla storia, qui è un altro: abbiamo arrestato una persona che ha infranto la legge per salvare delle vite umane.

La differenza è che questa volta noi sappiamo. Noi ricorderemo, noi racconteremo. E cresceremo una generazione – i nostri figli – affinché vi riconoscano per ciò che davvero siete: fascisti. A quella stessa generazione impareremo a riconoscere quelli che voi definite “criminali” per ciò che sono davvero: eroi.

Poiché sì, qualsiasi legge può essere infranta anzi, deve essere infranta, se ciò comporta la salvezza di anche una sola vita umana.

Magari un giorno mia figlia si troverà ad accompagnare a scuola i proprio figli e quella scuola sarà intitolata a uno di questi eroi. Quel giorno magari si ricorderà di quanto pianse il 29 giugno 2019, delle sue urla disperate: “allora voglio andarci io a salvarli, non mi importa se sono piccola, lo farò io!” Quel giorno ai suoi figli racconterà la storia per come è davvero stata: un manipolo di eroi insultato e perseguito da un popolo che si nascondeva dietro la presunta legalità di leggi abominevoli per giustificare la pochezza della propria paura. Quel giorno mi assicurerò di confermare ai miei nipoti: “sì piccoli miei, erano fascisti”.





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