Rosalino Granata - Gli Haiku e la Sclerosi Multipla


Oggi recensirò un'opera semplice. Semplice e essenziale ma non in senso negativo. Non sempre la semplicità ha carattere negativo sì, persino in letteratura. Rosalino Granata scrive per passione ed è un presupposto da tenere in considerazione nell'affrontare la sua opera. Che no, per inciso non è perfetta. Errori di battitura, congiuntivi mancati, punteggiatura ridondante e sintassi elementare rendono questa opera ben lungi dalla definizione che abitualmente viene assegnata al cosiddetto "capolavoro letterario". Eppure funziona e vi spiego perché. Gli Haiku e la Sclerosi Multipla è quel genere di libro che prendi in mano per conservare l'essenzialità della realtà eppure sfuggirvi rifugiandoti in un ambito della stessa per te inusitato. Come libro parla semplicemente della quotidianità di un autista di autobus che trascorre le proprie giornate barcamenandosi tra lavoro, vita privata e relazioni personali senza perdere mai di vista l'umanità che nel proprio mestiere comporta un valore aggiunto non sottovalutabile. Lo sguardo di un autista di autobus attento a ciò che lo circonda e al più piccolo dettaglio delle persone che incrociano il suo cammino, dal passeggero eccentrico al vecchietto smarrito. Che nonostante tutto, si affanna a cercare di capire invece di giudicare, ciò che la propria vita gli para d'innanzi. Tutti noi almeno una volta nella vita siamo saliti su un'autobus, magari senza lesinare in lamentele sul ritardo, il freddo e chissà cos'altro. Abbiamo finito per considerare a stento quell'autista che ci ha condotto a destinazione, quasi fosse un suppellettile del mezzo sul quale siamo saliti. Rosalino Granata ci permette di vedere il nostro viaggio - e magari chissà, i nostri futuri viaggi -  "dall'altro lato della barricata". Forse, dopo aver letto Gli Haiku e la Sclerosi Multipla, la prossima volta che saliremo su un'autobus ci fermeremo a domandarci cosa l'autista pensi di noi - e non il contrario come sovente capita - e che magari quel ritardo di dieci minuti che tanto ci ha seccato è stato più stressante per lui di quanto noi potremmo mai immaginare e lo ha costretto a salti mortali pur di recuperare più tempo possibile. Questo libro ci offre un altro sguardo sulla realtà, una realtà che è pur sempre la nostra. La quotidianità semplice ed essenziale che incrociamo sull'autobus la mattina, che sia nei passeggeri che stanno andando a lavoro che nell'autista, che sta già lavorando. In sostanza, questo libro potrà avere anche tutti i difetti che vogliamo ma non mi sento di snobbarlo: a modo suo ci insegna qualcosa e ciò non può essere ignorato.

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